"Mio figlio non parla a 2 anni: cosa fare? Tutto quello che c’è da sapere"
Cari genitori,
se siete qui, è perché probabilmente state osservando che il vostro bimbo, ormai vicino ai 2 anni, dice ancora poche parole o non forma frasine come fanno altri coetanei. E magari vi chiedete: "È normale? Dovremmo preoccuparci?"
La buona notizia? Nella maggior parte dei casi, no.
Ma vediamo insieme come capire se è solo una questione di tempo o se è il caso di approfondire.
Due semplici domande per capire se è tutto ok
Quando un genitore mi dice "Dottore, mio figlio non parla!", la prima cosa che faccio è chiedere:
1️⃣ "Il bambino capisce quello che gli dici?"
Se, per esempio, gli dici "Prendi la palla" e lui la prende, o "Dov’è la nonna?" e la indica, significa che la sua comprensione del linguaggio è ottima – e questa è già una grandissima rassicurazione!
2️⃣ "Dice almeno qualche parola con un significato preciso?"
Non serve che siano tante: "mamma", "pappa", "no", "bau" (per il cane)… Anche solo 3-5 parole sono sufficienti per capire che il meccanismo della parola c’è e funziona.
Se la risposta a entrambe le domande è SÌ, e vostro figlio gioca, sorride, cerca il vostro sguardo e sembra attento al mondo intorno a lui, è molto probabile che sia solo un parlatore tardivo (late talkerin inglese).
Perché alcuni bambini parlano più tardi?
"Non gli serve!"
Immaginate di essere in un posto dove tutti capiscono perfettamente quello che volete, anche solo con un gesto o uno sguardo… vi sforzereste a parlare? Probabilmente no! Molti bimbi, soprattutto i primi figli (coccolatissimi da genitori e nonni), imparano presto a farsi capire così bene senza parole che… rimandano il discorso!
Ha altro per la testa!
Alcuni bambini si concentrano prima su altre conquiste: camminare, correre, arrampicarsi dappertutto. Le parole arriveranno appena avranno tempo!
È timido o perfezionista
Alcuni bimbi preferiscono stare in silenzio finché non sono sicuri di dire la parola perfetta. Altri, più riservati, hanno bisogno di più tempo per aprirsi.
Una questione di famiglia
Se anche voi, o altri parenti, da piccoli avete parlato tardi, potrebbe essere semplicemente una caratteristica di famiglia.
Quando invece è il caso di parlarne con il pediatra?
Fissate un controllo se vostro figlio, verso i 18-24 mesi:
❌ Non capisce le parole semplici (es. "Dammi il cucchiaio", "Vieni qui").
❌ Non dice nessuna parola (neppure "mamma" o "papa").
❌ Non usa gesti per comunicare (indicare, fare "ciao", scuotere la testa per dire no).
❌ Non cerca il contatto con gli altri (sorridere, condividere uno sguardo, portarvi un giocattolo).
❌ Ha comportamenti ripetitivi (es. dondolarsi, fissare sempre lo stesso oggetto).
In questi casi, il pediatra potrebbe consigliare:
Un controllo dell’udito (per escludere problemi di sordità, anche lievi).
Una valutazione più approfondita (con un neuropsichiatra infantile o un logopedista).
⚠️ Attenzione: Un ritardo nel linguaggio non significa automaticamente autismo o sordità! Queste condizioni hanno altri segnali (es. mancata risposta al nome, difficoltà a relazionarsi, assenza di giochi di finzione). Se vostro figlio cerca la vostra attenzione, vi coinvolge nei suoi giochi e vi fa ridere, è molto probabile che sia solo un po’ pigro con le parole!
Cosa possono fare i genitori per aiutarlo?
"Fingete di non capire" (con dolcezza!)
Se chiede l’acqua indicando, sorridetegli e dite: "Vuoi l’ACQUA? L’ACQUA?" aspettando che provi a ripetere. Appena fa un tentativo (anche solo "a-ca"), festeggiatelo e dategliela!
Leggete insieme
Scegliete libri con immagini semplici e indicate gli oggetti: "Guarda la MELA! La mela è rossa!".
Cantate e usate filastrocche
Le rime e le canzoncine ripetitive aiutano moltissimo ("Tanti auguri a te…").
Fategli frequentare altri bambini
L’asilo nido o il parco giochi sono perfetti: vedendo gli altri parlare, avrà voglia di imitarli!
Evitate tablet e TV
I cartoni animati non insegnano a parlare: serve l’interazione faccia a faccia con voi!
FAQ – Le domande più frequenti dei genitori
❓ "Mio figlio ha parole sue, ma non si capiscono… conta?"
✅ Sì! Anche se solo voi le capite (es. "ba" per "palla"), è comunque un segnale positivo.
❓ "Se ha un ritardo, recupererà?"
✅ Nella maggior parte dei casi, sì. Il 70-80% dei late talkers raggiunge i coetanei entro i 3-4 anni (Studi di Rescorla, 2011).
❓ "Devo preoccuparmi se non risponde sempre al nome?"
✅ Dipende. Se lo fa spesso (anche distratto), va bene. Se mai, meglio un controllo uditivo.
❓ "E se ha un fratello maggiore che parla per lui?"
✅ Fate parlare lui! Invitatelo a chiedere le cose da solo ("Dillo tu al posto tuo fratello!").
La scienza che vi rassicura
Uno studio del Journal of Pediatrics (2020) ha confermato che la maggior parte dei bambini con ritardo semplice del linguaggio ha uno sviluppo normale e recupera senza problemi.
L’autismo è molto più raro di quanto si pensi: solo il 10-15% dei bambini con ritardo del linguaggio ha anche segni di autismo (Zubrick, 2007).
Il messaggio più importante
Cari genitori, respirate. Se vostro figlio vi capisce, ha qualche parola e vi cerca con lo sguardo, è molto probabile che stia solo facendo le cose a modo suo e con i suoi tempi. Continuate a stimolarlo con serenità, e se avete dubbi, il vostro pediatra è lì per voi.
La maggior parte delle volte, tutto si risolve con un po’ di pazienza… e tante coccole! ❤️