Charlie: sconfitte e vittorie.
In un'ipotetica bilancia, mettendo sui suoi piatti errori e scelte giuste, l'importante è che essa penda dalla parte della vita e non dei beni materiali o dei soldi o della "non vita". La cosa che dovrebbe farci essere ottimisti e ben disposti verso il mondo è che, nonostante gli errori, le scelte degli altri e il caso concorrono a una partita in cui sbagliando si può perdere, ma a volte anche pareggiare o vincere, anche contemporaneamente. La vittoria, per piccola che possa essere, può non essere immediatamente percepibile, nascosta dietro quello che credi di non avere più, seppellita con ciò che hai perso, a volte ciò e che hai di più caro. Certo essa non è mai di pari valore per quanto riguarda la dimensione personale, a volte è anche di solo valore sociale, o d'altro valore nascosto che non hai ancora scoperto o che qualcun'altro scoprirà, perchè tutto ciò che accade, ogni evento, da effetti non solo sui protagonisti, ma anche su tutti quelli che ne sono partecipi anche solo indirettamente.
Alla fine non conviene mai restare nello spogliatoio, ma sempre scendere in campo, giocando quella che sentiamo essere la nostra partita! Per ora dico che ha vinto il dolore, ha vinto l'amore dei genitori, ha vinto il piccolo Charlie, ha vinto la malattia, ha vinto la liberazione dalla sofferenza. Ha perso la scienza. due cose hanno vinto di più: la forza dei genitori che lottano per i propri figli anche per battaglie impossibili, la forza dell'amore di sangue che può coinvolgere tutto il mondo, e, altro vincitore, è il sentimento del ribellarsi a malattie come queste. Un sentimento, che trova la forza in tutto quello che è successo, e che porterà qualche ricercatore, in futuro, o qualche futuro ricercatore, che ora è solo uno dei tanti bambini che hanno seguito questa vicenda, ad avere la voglia e la visionarietà di proporre un progetto di ricerca che possa sconfiggere malattie come questa. In passato è avvenuto tutto questo. Il progresso scientifico, ho letto ultimamente da qualche parte, nasce anche da un senso di ribellione verso quello che ora ci opprime... e così sarà. La scienza perde in continuazione, ma proprio per questo è anche quella che vince in continuazione.