Manovre di rianimazione in caso di incidenti

Rianimazione cardiopolmonare (RCP) di base
Può capitare di trovarsi con un bambino privo di coscienza, che non respira e in arresto cardiaco, non bisogna aspettare i soccorsi occorre agire subito e ognuno dovrebbe sapere cosa fare subito. Anche manovre non eseguite perfettamente a volte se eseguite al più presto possibile possono salvare una vita. 

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Sono manovre che possiamo realizzare senza nessuno strumento e senza medicine. Se si mettono in opera al tempo giusto nei bambini sono sufficienti per recuperare la maggioranza degli arresti cardiorespiratori.
Queste manovre si incentrano in due aspetti, assicurare la respirazione e sostituire e ripristinare il funzionamento del cuore.
Se un bambino è incosciente  dobbiamo appurare se respira e se ha battito normale del cuore, in questo caso, se ci sono  queste due condizioni non è necessario realizzare la RCP (rianimazione cardiopolmonare).
È impossibile essere cosciente ed avere una arresto respiratorio o cardiaco, poiché non appena si produce una mancanza di ossigeno al cervello questo riduce la sua attività per minimizzare il danno e si cade in stato di incoscienza.
Se un bambino o  una persona è incosciente per verificare se respira, dobbiamo vedere: i movimenti del petto, sentire la respirazione, e sentire l'entrata ed uscita di aria per la sua bocca e il suo naso.
Se non c'è respirazione, vuol dire che egli sta in "arresto respiratorio". 
Poi bisogna accertare se questo arresto respiratorio abbia gia provocato già un arresto cardiaco secondario oppure no: per comprovarlo prendiamo il polso o mettiamo la mano sul petto.

Il polso normalmente, nei bambini di più di 1 anno, si prende alla carotide, una delle arterie del collo.
Non c'è bisogno di  prenderlo contemporaneamente nei due lati.
Per trovare la carotide, se spostiamo il collo col dito verso il lato, dobbiamo sapere che essa sta davanti al muscolo sternocleidomastoideo, che è quello che sale dal centro della parte alta del petto fino a dietro le orecchie.



Nei bambino con meno di un anno di età è complicato trovare il polso nel collo perché è più corto e con più grasso, per questo normalmente, a quest'età, si prende il polso brachiale che si trova nella faccia interna del braccio sotto il bicipite, il muscolo col quale si fa "il muscolo" nel braccio.



Dovreste fare esercizi cercando il vostro proprio polso in queste localizzazioni. Perché senza essere abituati a volte può essere complicato trovare i polsi. In molti casi che non trovate il polso non vuole dire che non ce l'abbia.
In realtà la mancanza di polso si associa a pallore della pelle, alle occhiaie, le labbra e le mani ed i piedi sono violetti (cianosi). Per questi motivi se non gli succede questo, non trovate il polso, comunque vuol dire che c'è.
A volte si può avere pallore-cianosi senza alterazione del polso, per esempio con febbre alta, molto freddo, o una difficoltà respiratoria importante.

Quando ci troviamo di fronte a un bambino immobile, la prima cosa è comprovare se realmente è incosciente o semplicemente dorme, per esempio.
Per ciò lo chiameremo per il suo nome, se gli non risponde lo muoveremo un po'. Non muovere in forma energica, perché può essere incosciente come conseguenza di una caduta e possiamo peggiorare i suoi danni col nostro tentativo di svegliarlo.
Se non risponde ricorreremo ad un stimolo doloroso, per esempio dare un pizzicotto. Se non risponde neanche a quello, e il bambino è incosciente bisogna avvisare ai servizi di emergenza.
Non si deve abbandonare mai ad un bambino incosciente per avvisare i servizi di emergenza. Dovreste iniziare le manovre di RCP ( Rianimazione CardioPolmonare ) e se c'è qualcuno vicino a voi che può chiamare il 118, ordinategli di chiamarlo, o fatelo voi se disponete di un telefono mobile e non vi allontanate mai dal soggetto da rianimare.
Non dovete abbandonarlo per chiamare perché le manovre di rianimazione sono abbastanza più efficaci se sono precoci, anche se fatte per personale non esperto che se si aspettano gli esperti per eseguirle potrebbe essere già tardi.
La prima misura da realizzare è comprovare se respira e vederese c'è qualcosa nella via respiratoria che l'ostacoli.
Per ciò avviciniamo il nostro orecchio al viso dal bambino guardando il suo petto, sentiremo se respira, sentendo il suo alito nel nostro viso e vedremo se il petto si muove.
Se non notiamo niente di questo, vuol dire che il bambino non respira.
In questo caso, dobbiamo aprirgli la bocca e comprovare se c'è qualcosa nel suo interno. Se c'è, può trattarsi di un soffocamento, e più avanti spiegherò come si fa.
Se non c'è niente, ma non respira dobbiamo insufflare aria nei suoi polmoni per 5 volte, guardando se facendolo si muove il petto.
Se insufflando aria non si muove il petto, vuol dire che non lo facciamo bene, oppure che c'è qualcosa che impedisce che l'aria arrivi ai polmoni, benché non lo vediamo nella bocca può essere più sotto, anche in questo caso dobbiamo comportarci come nel soffocamento descritto più sotto, altrimenti si va avanti con le tecniche descritte di seguito.

Le insufflazioni si realizzano della seguente maniera:
Dobbiamo mantenere la bocca aperta, per fare questo tireremo con una mano il mento mentre con l'altra manteniamo la fronte.
Con la nostra bocca dobbiamo coprire la sua bocca e il naso, in bambini piccoli, e se non ce la facciamo, con la mano che sostiene la fronte pinziamo il naso e mettiamo la nostra bocca sulla sua, senza lasciare il mento con l'altra mano per mantenere la bocca aperta.



Dobbiamo soffiare mantenendo una chiusura totale tra le nostre labbra e la sua pelle, poiché bisogna fare una certa pressione. Non è soffiare, bensì gonfiare i suoi polmoni quello che dobbiamo fare.
In realtà mentre lo facciamo dobbiamo guardare di traverso verso il petto per comprovare che otteniamo che salga mentre immettiamo l'aria.
Tra insufflazione ed insufflazione dobbiamo separarci da lui per prendere aria nuova, poiché se lo facciamo senza separare le labbra dal suo viso, prendiamo l'aria che il bambino getta e torniamo a insufflarla, non realizzando il nostro obiettivo che è apportargli ossigeno.
La forza con la quale dobbiamo insufflare dipende da ogni bambino per questo dobbiamo farlo fino a che otteniamo un movimento del petto dal bambino percettibile ma non esagerato. Intorno ad un centimetro nei più piccoli o due nei più grandi.
La velocità alla quale dobbiamo farlo è di  30-40 insufflazioni per minuto, cioè un paio di secondi per ogni respirazione.
Come ho detto si realizzano 5 insufflazioni, poi torniamo a valutare lo stato dal bambino.
Per fortuna, i bambini normalmente rispondono abbastanza bene se non ci sono lesioni gravi. È frequente che rispondano solamente dietro queste prime insufflazioni.
Egli ricomincia la respirazione normalmente, accompagnata da qualche colpo di tosse e movimenti dal bambino, e normalmente recupera poco dopo la coscienza. In questo caso cessiamo le manovre di rianimazione e lo affidiamo ad un servizio di pronto soccorso affinché stimi il suo stato ed altri possibili danni o se abbiamo avvisato il 118 lo manteniamo sdraiato su un lato in posizione di sicurezza, affinché non si affoghi se vomita, e senza muoverlo per evitare di fargli danno mentre aspettiamo che arrivino i soccorsi.

La posizione di sicurezza alla quale mi riferisco è quella che si chiama posizione fetale che normalmente adottano inoltre i pazienti dopo che si sono rimessi dell'arresto respiratorio in forma quasi istintiva. Consiste nel coricarsi di lato con le braccia e le gambe leggermente piegate.

Se non ha incominciato a respirare dietro queste prime 5 insufflazioni, il passo seguente è comprovare se ha polso oppure no. Prendendo il polso nella carotide nei bambini più grandi di un anno, e nel braccio in quelli che anno meno di un anno. Possiamo mettere anche il nostro orecchio sul suo petto per comprovare se ci sono battiti.
Se ci sono battiti ma non respira dobbiamo continuare insufflato aria ed ogni 5 insufflazioni comproveremo solo se continua ad avere polso per vedere se in qualche momento smettesse di averlo.

Se non c'è polso o smette di averlo in qualunque momento dobbiamo incominciare a fare il massaggio cardiaco, insieme alle insufflazioni.
Il massaggio deve realizzarsi facendo stare il corpo dal bambino su una superficie dura, poiché se è troppo soffice quello che faremo è affondare il bambino nella superficie soffice invece di comprimere il petto che è il nostro obiettivo.
Questo vuole dire che è meglio fare la rianimazione sopra ad un tavolo o perfino sul suolo che su un letto,  perchè il materasso attenua i nostri tentativi di comprimere il petto rendendo inutile il nostro massaggio.
Il massaggio si realizza in forma diversa secondo l'età dal bambino.
Dipende dalla grandezza del torace: nei più grandi dobbiamo cercare nel centro del petto il punto di congiunzione delle costole. Tra questo punto e la testa metteremo due dita della mano più lontana della testa dal bambino, e rispettando la distanza di queste due dita metteremo al suo fianco il polso dell'altra mano. Quelle due dita lasciano una distanza che è uno spazio di sicurezza per evitare di fratturare le costole e lo sterno.
Una volta localizzato il punto nel quale mettere la mano si possono togliere le dita.
Il massaggio si realizza stringendo col polso della mano in quella posizione con la forza necessaria affinché il petto affondi un paio di centimetri. Non dobbiamo spingere più forte, perché possiamo rompere le costole, in realtà succede in molte rianimazioni, benché sia meglio restare vivi con una costola rotta che morti per paura di romperla.


Nei bambini più piccoli vedremo che prendendo le due dita di sicurezza dal bordo costale, non ci sta la mano sul petto. In questi bambini, generalmente minori di due anni, che necessitano anche di meno forza, possiamo realizzare il massaggio con sole due dita. Per trovare il punto nel quale dobbiamo realizzarlo basta collocare le quattro dita lunghe della mano sullo sterno, ed alziamo il dito più basso ed il dito più alto e con le due dita restanti stringeremo fino a fare che il petto abbassi un centimetro.


La velocità alla quale dobbiamo fare il massaggio è maggiore quanto più piccolo è il bambino, in modo che per un bambino di più di 2 anni normalmente è necessario dare tra 60 e 80 pressioni per minuto ed per uno minore di due anni  intorno a 100 per minuto, approssimativamente.
Poiché devono farsi inoltre le insufflazioni, il cui ritmo deve essere 30 compressioni nel petto e due insufflazioni, 30 compressioni, due insufflazioni, 30 compressioni, due insufflazioni  Se in qualunque momento notiamo che il bambino tossisce o si incomincia a muovere, cesseremo la rianimazione, comproveremo se respira e il cuore batte da solo, e se è così lo metteremo in posizione di sicurezza per trasportarlo o aspettare che arrivino i servizi di emergenza se li abbiamo avvisati.
Se non notiamo niente ogni minuto approssimativamente dovremmo fermarci per stimare respirazione e polso, ricominciando le manovre se sono assenti.
Normale domanda è quanto tempo devono mantenersi le manovre se non c'è risposta prima di arrendersi e considerare che il bambino è morto. La risposta scientifica è che dopo più di 20 minuti di manovre senza risposta non c'è più niente da fare.
La realtà è che pochi genitori smetterebbero di realizzare le manovre prima che arrivino i servizi di emergenza.

Soffocamento:
Quando nello fase descritta prima facendo le 5 insufflazioni di inizio non si muove il petto, la causa normalmente è che qualcosa ostruisce il passaggio dell' aria che non può arrivare ai polmoni.
A volte ciò è dovuto semplicemente ad una posizione inadeguata della testa:  bisogna mantenere la testa col collo retto, se sta troppo esteso o troppo flesso può ridurre il passaggio di aria attraverso la gola.
Quando correggiamo la posizione tentiamo di nuovo le 5 insufflazioni, se non sono effettive la causa deve essere un'altra.
La cosa più frequente è un soffocamento che è potuto essere la causa della perdita di coscienza e dell'arresto cardiorespiratorio.
In un soffocamento senza perdita di coscienza, il modo di agire dovrebbe essere distinto in base al volume del torace del bambino.
Per i più piccoli, cioè quelli che possiamo maneggiare con facilità il modo di agire sarebbe dare colpi nella schiena alternando con compressioni addominali. 
Nei più grandi in vece è meglio fare compressioni addominali.
Il limite lo segna più la capacità di girarlo con facilità che il suo peso concreto o la sua età. Normalmente è generalmente intorno ai 2 anni di età.

Se applicando lo schema generale di RCP descritto all'inizio, non si muove il petto con le 5 insufflazioni di riscatto, in primo luogo dobbiamo mettere retto il collo. Se dopo averlo fatto torniamo ad insufflare senza risultato, le seguenti manovre sono rivolte a spostare un corpo estraneoche sospettiamo che sta ostruendo la via respiratoria.
Per ciò diamo dei colpi nella schiena, tenendo il bambino in braccio in modo che sia un po obbliquo verso il baso, e prima di tornare ad insufflare guardiamo la bocca per vedere se il corpo estraneo è uscito e sta alla nostra portata. Se è così dobbiamo ritirarlo e tornare ad insufflare. Se vediamo muoversi il petto seguiremo con lo schema generale di RCP.
Se dopo i colpi nella schiena non vediamo niente nella bocca, torniamo ad insufflare aria. Se si muove il petto, vuole dire che il corpo estraneo si è mosso, benché non sia uscito e nella sua nuova posizione permette il passaggio di aria. Se continua a non muoversi il petto, faremo una compressione addominale, spingendo con la nostra mano sul suo stomaco, dopo torneremo a guardare la bocca, per tentare di estrarre qualunque oggetto che possa esserci e tornare ad insufflare, ripetendo tutto il processo fino a che otteniamo che l'insufflazione muova il petto.
Nei maggiori di due anni lo schema è lo stesso ma si fanno solo con compressioni addominali.
La compressione addominale deve essere più forte quanto più il bambino è grande in modo che in bambini più grandi si potrà realizzare sedendosi a cavalcioni sul bambino e spingendo con entrambe le mani sullo stomaco o prendendolo di dietro con entrambe le braccia in modo che le nostre mani si uniscano sul suo stomaco dando una compressione secca sullo stessa in senso ascendente.
Come nei casi descritti sopra, dopo ogni compressione dobbiamo guardare la bocca, ritirare il corpo estraneo se lo vediamo ed insufflare di nuovo. E se in qualsiasi dei tentativi insufflando si muove il petto ritornare allo schema generale di RCP.

QUI SOTTO UN VIDEO CHE SPIEGA COME FARE
rianimazione cardiopolmonare


disostruzione nel bambino

disostruzione nel lattante:






Spero che non vi vediate mai nella necessità di usare queste conoscenze. Ma, se capita il caso, e si salvasse una sola vita, sarebbe ben usato il tempo speso a scrivere questo post.









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